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Il tasto giusto Caterina Vivarelli

Negli ultimi anni ho sviluppato un metodo didattico personale, volto a migliorare e velocizzare l'apprendimento motorio nella pratica pianistica, e che in particolare tiene conto delle interazioni neurofisiologiche implicate nello studio del pianoforte.

Oggi non è difficile leggere metodi e trattati pianistici, sia cartacei che digitali, vista la facilità di reperire video e lezioni on-line. Tuttavia, nel corso della mia ormai lunga attività di docente, sono giunta alla conclusione che ogni insegnamento, per essere efficace, debba necessariamente partire dall'attenta osservazione dell’allievo e adattarsi alle sue peculiarità.

Le ultime ricerche dal punto di vista delle neuroscienze mettono in luce la possibilità quasi infinita del nostro cervello di creare sinapsi, cioè collegamenti, e questa formidabile capacità sta alla base della mia ricerca sulla didattica del pianoforte.

Il file è scaricabile alla pagina Lezioni di piano

L'insegnamento


Dopo il diploma e i corsi di perfezionamento in Europa e negli Stati Uniti, mi sono dedicata per molti anni esclusivamente allo studio e alla carriera concertistica. Anni di viaggi, confronti, esperienze indimenticabili, ma difficili da conciliare con una stabile vita privata.

Per questo, con la nascita dei miei due figli, ho scelto senza rimpianti l'insegnamento, e mi sono resa conto che anche attraverso la didattica potevo dare agli altri qualcosa della mia musica. All'inizio di questo nuovo percorso mi sono affidata alle mie molteplici esperienze come allieva di grandi maestri, ai tanti metodi studiati e naturalmente al mio istinto musicale.

Oggi, dopo venticinque anni di docenza, sono convinta che teoria e intuito vadano accompagnati dal rispetto per la personalità di ciascun allievo.
Poiché ogni individuo assimila uno stesso insegnamento in modo diverso, ciò che può fare la differenza nella resa tecnica e musicale dello studente sono l'osservazione e l'ascolto empatico da parte del docente.

Il buon insegnante non è colui che plasma l'allievo a propria immagine, ma sa cogliere e accogliere le differenze, e instancabilmente opera per trasformarle in punti di forza. Ciò richiede, da parte di chi insegna, flessibilità e umiltà: anche chi insegna non finisce mai di imparare.

La didattica è un lavoro fondato non solo sul l'autorevolezza e l'esperienza, ma anche sulla reciprocità. È un work in progress, il cui unico punto fermo è, e deve essere sempre, il rispetto del testo.

Da questo instancabile desiderio di approfondire sono nate queste considerazioni didattiche...